sabato 31 agosto 2024

venerdì 30 agosto 2024

30 agosto Bologna - Atti Sonori - Teatro del Baraccano ore 21



Dal 24 agosto al 1 settembre 2024 torna la rassegna ATTI SONORI estate nella programmazione dell’estate bolognese! Come sempre il progetto artistico si contraddistingue prevalentemente per la trasversalità dei linguaggi espressivi a partire dalla musica, che ne è sempre il filo conduttore e ispiratore, e dunque la musica si contaminerà con la letteratura, la pittura, la graphic novel, la prosa e il radiodramma.
Quest'anno la rassegna sarà arricchita dal format (M)ATTI SONORI una serie di “interviste impossibili” che aggiunge un tocco di curiosità ai tradizionali concerti. Tali dialoghi immaginari sono condotti dal giornalista e autore Emilio Marrese, mentre le voci dei personaggi storici saranno quelle di Andrea Santonastaso e Aurelia Cipollini.
Cinque grandi figure - Marco Polo, Guglielmo Marconi, Franz Kafka, Gino Bartali e Frida Kahlo- per i cinque progetti performativi di musica e teatro a loro ispirati.
Infine, un’altra bella collaborazione è quella con la casa editrice Minerva, che in occasione del concerto del 30 agosto presenterà la graphic novel Bartali. Dalla giusta parte dell’illustratore bolognese Matteo Matteucci, il quale ha voluto raccontare la vita audace, genuina e determinata di Gino Bartali.
Dalle 19.00 sarà possibile bere un drink o assaporare qualche manicaretto nel Cortile, grazie agli aperitivi a cura di Oui in cucina.
In un secondo momento si entrerà in Teatro per assistere alle performance.

giovedì 11 luglio 2024

giovedì 20 giugno 2024

20 giugno al 4 luglio e dal 19 al 26 settembre Curatori: Matteo Zauli con Consuelo Battiston, Luigi Cicognani e Donato D’Antonio Organizzazione: Museo Carlo Zauli dei Calanchi

Il Festival dei calanchi è un progetto che, ideato dal Museo Carlo Zauli e sviluppato insieme al Comune di Faenza, ha come obiettivo la valorizzazione della zona geografica dei cosiddetti “calanchi delle argille azzurre”, per citare la definizione di Leonardo da Vinci, un’area geografica compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese.
Un territorio che comprende terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille preziose, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni pregiate e che è oggetto di innumerevoli storie, narrazioni, leggende e che a nostro parere potrebbe costituire un vero e proprio Parco Culturale.
Un’area che è alla base dell’intera storia della ceramica di tutto il nostro territorio e che fu d’ispirazione per molti artisti, ed in particolare Carlo Zauli, che a queste terre dedicò tanta parte del suo lavoro artistico; un’area, dunque che in pochissimi chilometri quadrati raccoglie meraviglie naturalistiche e culturali, ponendo le basi di un doppio binario che questo progetto vuole percorrere.
Il Festival ha una vocazione formativa e laboratoriale, aspetto che riveste quasi interamente gli eventi in programma, coinvolgendo scuole, accademie, corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali. Un’edizione che acquista il valore simbolico di ritorno ad un equilibrio, ad un’armonia tra uomo e paesaggio, tra cultura e natura.

Curatori: Matteo Zauli con Consuelo Battiston, Luigi Cicognani e Donato D’Antonio 
Organizzazione: Museo Carlo Zauli 

sabato 20 aprile 2024

20 aprile - Kadrina Laupäeval Estonia 2024

TÄNA SAAB! Meeldivat kitarrimuusikat, teatrit ja tuld!

Kitarriduo ühendab kaht väljapaistvat kitarristi, kel on seljataga rida ühiseid festivaliesinemisi ja salvestusprojekte. Kavas kaasahaaravat muusikat Itaaliast, Hispaaniast ja Lõuna-Ameerika maadest.
LOE LÄHEMALT: https://fb.me/e/gEJKzSP5D




venerdì 26 gennaio 2024

26 gennaio Uscita discografica dedicata a Dino Campana -Campana sottovoce - Acqua di mare amaro





  1. Campana sottovoce
  1. Acqua di mare amaro

 

Drammaturgia e voce recitante di Pierluigi Berdondini su versi di Dino Campana

Musica di Giorgio Colombo Taccani
Modern Sarti Ensemble:
Donato D’Antonio chitarra
Roberto Noferini violino
Francesca Bassan viola
Anselmo Pelliccioni violoncello
Tiziano Negrello contrabbasso
  1. Campana sottovoce
  1. Acqua di mare amaro
L’idea di questo CD e ancor prima l’idea di un concerto in sottovoce sui versi di Dino Campana, nasce per caso. Come tutte le cose, un po’ temerarie, un po’ presuntuose. Temerarie perché di drammaturgie, monologhi ed esaltazioni della poetica campaniana è denso l’orizzonte. Presuntuose perché, al contrario di una prolifera gamma di interpretazioni che hanno messo in luce l’esasperazione di un poeta folle e della sua follia, questo Campana nasce in sottovoce. In sottovoce, ma non a bassa voce. Una poetessa faentina Monica Guerra mi presentò, durante uno dei miei vagabondaggi in terre romagnole, il maestro Donato D’Antonio, chitarrista. Eravamo alla vecchia sede della Scuola di Musica Giuseppe Sarti, ascoltai una manciata di minuti di Donato alla chitarra e davanti a lui chiamai Giorgio Colombo Taccani, la principale vittima dei miei tormenti creativi. Ascoltando la duttilità dei fraseggi di Donato, mi scoppiò in mente un Campana in sottovoce e lo proposi a Giorgio, appunto per telefono. Giorgio Colombo Taccani è un compositore di spirito, non solo per la sua capacità di sublimare il suono oltre la nota di competenza, ma anche di cogliere al volo l’anima dei percorsi artistici. Lo decidemmo lì per lì al telefono, con Donato appena conosciuto. Aggiungendo alla chitarra violino, viola, violoncello, contrabbasso. La drammaturgia che ho elaborato è generata dalla centralità del sottovoce. Sottovoce, ma non a bassa voce. Un sottovoce di traccia, umile nell’ascoltare la voce della scrittura di Campana. Affidando vibrazione, tremito, sussulto e accento a un viaggio nei suoni della poesia di Canti Orfici e abbozzi, quaderni, taccuini, versi editi e inediti del poeta di Marradi. Senza preoccupazione di algida coerenza ho scelto la sonorità, il richiamo costante alla visione, privilegiando aiuole inaccessibili per chi cerca di capire la poesia, fertili generatrici di tumulti del cuore per chi cerca di ascoltare la poesia. Ho cercato la coerenza di un percorso per sbandamenti sonori. La voce della poetica campaniana non è voce di fine dicitore, ascolterete sinusoidi, adagi, strilli, in un continuo frastagliato a espandere e comprimere i nervi della voce nelle pertiche del suono. Il divenire della drammaturgia è assemblaggio ribelle a coerenza di antologia, il percorso si affaccia su labirinti sonori che contagiano i versi integrali di una poesia a frammenti, lacerti, cartigli estratti dai versi di un’altra poesia. Si alternano, si distinguono e si confondono poesie conosciute e versi ingiustamente in disparte. Un percorso inusuale. Non potevo che essere io stesso interprete di questa girandola di suoni, per quella “…musica fanciulla esangue…regina de la melodia…” per quel “…sogno svanito / nei gorghi della sorte…” e per quel “…tappeto / rosso e commovente come un re in esilio/ in un sogno di regno sopra i cieli…” Ho cercato di farmi un interprete che nulla affida alla correttezza di dizione e alla asettica coerenza di accenti e inflessioni, per dare licenza al fuoco dei versi. L’ascoltatore incontrerà nella mia voce una catarsi intermittente che cerca di affrontare alti scogli, barriere coralline, spiagge, estraneità e confidenze che dona il suono della poesia di Campana. In immersione navigando voce senza timone, tra fuoco e galaverne, diventano compagni di strada rari e frequenti, piccoli e marcati inciampi, refusi vocali, delicati stenti. Significative estraniazioni di una interpretazione che prescinde da essere perfetta per essere trasmissiva. Trasmettere il sentimento di un percorso, non il percorso. Sentimento, è coerenza di abbandono, lasciarsi andare, farsi transitare dalla parola e non transitarla fino a esserne servo. In oltre cinquanta minuti di poesia, intima, toccante, in esilio da ogni intimismo per quel “… la dimora/varcai del nulla e dell’ebrezza fiero…” Per priorità di ascolto, non di lettura che lo accompagni, non sono pubblicati nel libretto i versi della drammaturgia. Sfumature e accenti, tra pianissimi e fortissimi, disciplina del sottovoce e ricerca di duttilità espressiva, si estendono ad Acqua di mare amaro, per voce e chitarra. Drammaturgia che ho liberamente elaborato sui suoni di mare dei versi di Campana. E solo sui suoni di mare. Un dialogo marino tra corde, vocali ed evocative. Sonorità di abbrivio ai vibranti conforti e sconforti della sua poesia “…e udii canto udii voce dei poeti”. Voce e canto di salsedine e vele, vico marino e porto, notte tirrena e sogni dei mattini. Voglia atroce, eterne rotte, turbini di suono. Un CD di labirinti sonori, in una spirale di contrappunti e abbracci che solo in sottovoce cerca di cogliere la visione sonora che infiamma la sua poesia. Ma non sarebbe un Campana sottovoce, senza il contrappunto di Giorgio Colombo Taccani, mutualismo di una musica che ha saputo cesellare e trasgredire, accarezzare e schiaffegiare la poesia. Chitarra e archi si fanno dizione e silenzio di un vibrato apparentemente alterato, sostanzialmente coadiuvato alla dinamica dei versi. E’ il genio birichino di Giorgio che sa imprimere la propria cifra distintiva nel rispetto e nella valorizzazione della parola poetica. E non sarebbe un sottovoce, senza artiglio e sussurro di Modern Sarti Ensemble, una chitarra e quattro archi che sparigliano la disciplina di esecuzione per farsi perfetti interpreti di sinusoidi sonore che fanno amore con la voce della poesia campaniana. Musicisti versatili, da anni interpreti della musica del Novecento e dei nostri giorni, collaborano con compositori del panorama internazionale in stagioni, festival e rassegne musicali, in Europa, Giappone e America del Nord. Ascolterete suono e suoni di Roberto Noferini al violino, Francesca Bassan alla viola, Anselmo Pelliccioni al violoncello, Donato D’Antonio alla chitarra e Tiziano Negrello al contrabbasso. L’ osmosi tra la mia voce e i loro strumenti è cresciuta e si è affinata con vibrante intensità. Insieme e sottovoce, con la stessa leggerezza e audace determinazione che ci accomunò quando decidemmo di dar suono a questa impresa.
Pier Luigi BerdondinI
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